Caso Iannelli, la Corte d’appello condanna gli organizzatori: “Le transenne erano inferiori al minimo previsto”

La Corte Sportiva d’appello della Federazione Ciclistica ha dato ragione al Team Hato Green Tea Beer sul caso della morte di Giovanni Iannelli. La squadra in cui  militava il giovane deceduto nella volata conclusiva del Circuito Molinese aveva subito fatto ricorso contro l’omologazione della gara, andando alla ricerca di verità e giustizia insieme alla famiglia del ragazzo, e oggi si è vista dare ragione con la Corte che ha stabilito che “le transenne erano inferiori al minimo previsto”. Pur spiegando che il giudice sportivo non aveva altra scelta rispetto a quella dell’omologazione, la Corte ha sottolineato le varie mancanze in tema di sicurezza che ci sono state in quel triste giorno.

“Prima delle linea di arrivo erano state collocate non più di 26 transenne sul lato sinistro e non più di 24 su quello destro, e dopo il traguardo 6 a sinistra e 7 a destra. l tratto transennato era di 126 metri, ben inferiore ai 300 previsti dai regolamenti. Questa infrazione è provata, anche se non accertata il giorno della gara e, di conseguenza, non sanzionata in sede di omologazione della gara da parte del Giudice sportivo, che si è pronunciato, e non poteva fare altrimenti, sulla base di atti e documenti in suo possesso”.

Addirittura, a causa proprio dell’assenza di transenne, c’erano in strada anche ulteriori elementi di pericolo non necessari, con l’accusa finale che ricade sulla società organizzatrice della corsa, che ha ricevuto per ora, secondo quanto riporta Il Piccolo di Alessandria, un’ammenda di 430 euro e sarà poi giudicata dalla Procura Federale, alla quale sono già stati trasmessi tutti i fascicoli: “Sul lato sinistro della strada, a poca distanza dalla transennatura, ci sono ostacoli, in particolare un palo segnaletico di parcheggio e un pilastro in muratura di sostegno ad un cancello, che interrompono la banchina e la occupano pressoché per l’intera sua ampiezza, e rappresentano un pericolo oggettivo per la sicurezza degli atleti, perché non sono state previste né transennatura, né altre protezioni. la società organizzatrice non si è conformata alle autorizzazioni amministrative prescritte della Provincia”.

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